Woodstock ! Basta la parola per evocare un fiume di pensieri e sentimenti.
Woodstock fu sicuramente un episodio in grado di creare una frattura tra prima e dopo.
Un cambio epocale, influì su un’intera generazione, ispirando una moltitudine di giovani.
Ma esattamente cosa fu?
Dal 15 al 18 agosto 1969 si tenne vicino alla città di Woodstock nello stato di New York, più precisamente nella cittadina di Bethel, la Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock.
Furono tre giorni di “pace e musica rock” a cui assisterono circa un milione di persone (qualcuno dice che forse furono più realisticamente 400.000).
Quello che era partito come una manifestazione musicale a cui dovevano partecipare qualche migliaio di persone finì per divenire quello che sappiamo, una manifestazione musicale unica.
A quell’evento parteciparono cantanti di livello mondiale come Santana, Joe Cocker, Joan Baez, Jimi Hendrix e molti altri.
Il festival fu aperto da Swami Satchidananda, famoso guru o insegnante religioso indiano, maestro spirituale e adepto dello yoga.
Di fatto, nonostante il gran numero di presenti non vi furono problemi particolarmente gravi durante quei tre giorni.
Il clima che si visse fu riassunto da Barnard Collier, giornalista del New York Times, con le parole “affascinante cooperazione, premura e correttezza”.
Giovani fiduciosi di un futuro migliore, dove le barriere sociali e razziali potevano essere abbattute, un futuro di amore tra i popoli e autentica pace, assisterono a quel festival.
Quest’anno, nel 50 anniversario, tutti si aspettavano una manifestazione al pari di quel primo Woodstock, ma…
Pensate che ad organizzare la nuova Woodstock 2019, fu Michael Lang, l’organizzatore dell’originale, ma le cose questa volta non sono andate come 50 anni fa.
Inizialmente sembrava un sogno che finalmente poteva realizzarsi, un ritorno, un evento in grado di cambiare di nuovo la storia, in un’epoca di confusione e perdita dei valori, … ma alla fine si è trasformato in un incubo, fino all’abbandono totale.
I motivi che hanno contribuito a questo fiasco sono stati molti, ad iniziare dalle case discografiche e dalle società che muovono lo showbiz musicale, ai permessi non concessi per l’organizzazione del concerto, ai problemi finanziari, per non parlare delle defezioni da parte degli artisti.
Quello che accadde 50 anni fa, fu una parentesi nella storia.
I giovani avevano ancora i ricordi freschi della seconda guerra mondiali, potevano ancora toccare le macerie e gli orrori di quel periodo, vi erano delle guerre in corso e il confronto tra le due ideologie contrapposte, est e ovest, poteva distruggere l’intera vita sul pianeta.
Forse oggi, ciò che portò a quell’evento “è morto in partenza nei giovani, nel pubblico, americano come europeo” come ha scritto Gabriele Fazio.
Certamente non i problemi.
Oggi ci troviamo in una situazione se vogliamo peggiore.
I problemi che potrebbero portare al collasso della nostra società, sono se vogliamo maggiori, inquinamento, surriscaldamento, terrorismo, per citarne alcuni.
Quale sarà il futuro? Si riuscirà a ricreare lo spirito di “affascinante cooperazione, premura e correttezza”, che sotto certi aspetti caratterizzò quell’evento?
Solo il futuro lo dirà!
Nel frattempo, anche attraverso questo sito, vi invitiamo a coltivare tutto ciò che è positivo, ad iniziare dalla musica, perché pensieri positivi generano azioni positive.