Esplorare un luogo attraverso la sua storia per scoprirne i racconti e talvolta anche i segreti, questo è quanto può accadere quando ci si trova di fronte al Parco 800 Verona, non solo un’area verde nella periferia della città, ma anche un luogo carico di storia.
Come abbiamo più volte scritto attraverso le pagine di questo sito, il Parco 800 Verona è ora una realtà consolidata per la città.
Un polmone verde privato, ma aperto al pubblico, di oltre 100.000 mq a margine dell’aeroporto di Boscomantico e sulle sponde dell’Adige.
Ma quello che affascina maggiormente è la sua storia.
Al suo interno si trova infatti il Forte Parona o Forte Albrecht.
Una fortificazione unica nel suo genere per la simmetrica disposizione ottagonale, che nel corso della Seconda Guerra Mondiale, venne colpita da un bombardamento aereo alleato esplodendo e lasciando ciò che oggi vediamo, ossia i resti del terrapieno e del fossato.
Ma basta scavare appena sotto la superficie che ecco spuntare le sue mura, ritrovare frammenti di vita sepolti da anni, locali segreti e immaginare storie e persone che lì hanno vissuto, sognato, compiuto gesti eroici, un luogo perso nel tempo dove vita e amori sono rimasti indelebilmente fissati tra le sue pareti.
Molte storie circondano il Forte Albrecht o Forte Parona.
Forse una delle più curiose riguarda Emilio Salgàri, scrittore veronese di romanzi d’avventura, che nel 1885, a Boscomantico sfidò a duello con la sciabola un collega che l’aveva offeso e che con lui lavorava all’Arena di Verona.
Ci immaginiamo come all’alba di una mattina nelle campagne vicino al Chievo, Emilio Salgàri abbia affrontato il collega, risultando poi vincitore, forse sotto lo sguardo di alcune guardie del forte.
Oppure ci domandiamo dove Umberto Boccioni, pittore e scultore italiano, esponente di spicco del futurismo, si stesse recando la mattina del 16 agosto 1916, quando in località Sorte a Chievo, appena fuori dalle mura del forte Parona, durante un’esercitazione militare cadendo da cavallo, rimase gravemente ferito.
Cosa lo aveva spinto vicino al forte? Vi si recava abitualmente? Cosa spinge qualcuno, ancor oggi, a deporre dei fiori ai piedi della lapide commemorativa che ricorda quel dramma?
Vi furono delle storie d’amore che nacquero e crebbero tra quelle mura?
Forse ci piace immaginare un soldato di stanza al Forte Albrecht, che lontano dalla famiglia, forse un soldato austriaco, si innamori di una giovane del Chievo.
Si sposarono? Furono osteggiati dalle famiglie? Fuggirono assieme? Ebbero dei figli?
E così potremmo immaginare molte altre storie che vennero vissute all’interno di quello che oggi è il Parco 800 Verona.
Ma è solo la nostra immaginazione che sta ora cavalcando liberamente o avvennero davvero?
Col tempo forse lo scopriremo, ma questa è un’altra storia.
Al momento la cosa certa è che il Parco 800 ha ancora molti racconti e segreti da svelarci e noi siamo desiderosi di scoprirli.