La Musicoterapia è così definita: “l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive”. https://it.wikipedia.org/wiki/Musicoterapia
Nella news del mese scorso abbiamo parlato della musica e del suo effetto sulla salute, accennando alla musicoterapia, quindi ci sembrava corretto affrontare direttamente questo tema della nella news di questo mese. https://www.ropmusic.it/benefici-della-musica-sulla-salute/
La musicoterapia è in effetti un approccio terapeutico che usa la musica per “arrivare” al paziente e renderlo a sua volta in grado di esprimersi, aprirsi e quindi essere parte attiva della terapia.
Questo tipo di terapia non va quindi a sostituirsi alla medicina tradizionale, ma possiamo dire, la affianca per fornire un aiuto maggiore nell’affrontare determinate patologie.
L’uso della musica per scopi terapeutici è documentato in numerose civiltà a partire dal mondo antico fino ad oggi.
Ad esempio in Cina e in India si attribuiva alle note musicali la capacità di condurre alla guarigione.
Poi a partire dagli inizi del 18° secolo, incontriamo un primo trattato di musicoterapia a cura di un medico musicista londinese.
In Italia i primi esperimenti dell’uso della musica per scopi terapeutici li troviamo presso il Morotrofio di Aversa a partire dal 1843 da parte di Gioacchino Miraglia.
Oggi la medicina tradizionale, pur non riconoscendo la musicoterapia come medicina effettiva, ne raccomanda l’applicazione in alcune situazioni patologiche, ad esempio, per alleviare il dolore nei malati allo stadio terminale, per stimolare disabili e persone colpite da gravi traumi, per trattare ansia, depressione e insonnia, nella gravidanza per favorire lo sviluppo fisico e mentale del feto, nei casi di cattiva digestione e di ipertensione, autismo.
Chiaramente anche in questo campo ci si deve affidare a mani esperte. Infatti il corretto approccio alla musico-terapia va indirizzato da un terapeuta, dovutamente formato, che individuata la tipologia di paziente, lo orienta verso l’ascolto di sequenze determinate di brani musicali che si sintonizzano con lo stato d’animo del paziente e ne stimolano le reazioni. Oppure si possono anche scegliere brani cantati o l’uso di uno strumento musicale, coinvolgendo il paziente nell’interpretazione dei vari brani.
Attualmente si sta cercando di dare un indirizzo di studi specifico, in modo da formare dovutamente coloro che poi eserciteranno queste terapie.
Infatti con il Decreto Ministeriale 8 ottobre 2008 n. 629 è stata autorizzata l’attivazione di un corso accademico sperimentale di primo livello, presso il Conservatorio di Pescara e successivamente, con il Decreto Ministeriale 23 novembre 2005 prot. n. 484/2005 il MIUR ha dato il via libera per la sperimentazione di un Diploma Biennale di Specializzazione in “Musicoterapia” presso due Conservatori: il Conservatorio di Verona ed il Conservatorio dell’Aquila.
Concludendo possiamo dire che l’uso della musica come terapia, ci ricorda quanto importante sia la musica nella nostra vita.
La musica ha un profondo effetto su ognuno di noi ed è in grado di influire sulla nostra salute e sulle nostre emozioni, da qui l’importanza di scegliere bene quale tipo di musica ascoltare.
L’augurio è quindi quello di ascoltare e di esplorare solo la musica positiva, come quella che trovi su ROPMUSIC.IT