Aleggia tra le rovine del Forte Albrecht, all’interno del Parco 800 una storia, e come molte storie realtà e immaginazione si intrecciano inseparabilmente, specialmente se parliamo di storie d’amore.
Verona è famosa nel mondo per le storie d’amore.
La città degli innamorati divenuta un mito in tutto il mondo, grazie ai luoghi in cui rivive eterna la storia dei due sfortunati amanti, Romeo e Giulietta.
Ma Verona è anche la città della cosiddetta “Leggenda del Pozzo dell’Amore”.
Si narra infatti che al tempo dell’Imperatore Massimiliano attorno al 1509-1517, quando Verona si trovava sotto il dominio del Sacro Romano Impero, un giovane soldato di nome Corrado di San Bonifazio cadde innamorato di una giovane donna del tempo.
La bella fanciulla per la quale il Veronese Corrado perse letteralmente la testa si chiamava Isabella e apparteneva al casato dei Donati.
Isabella tuttavia sembrava rifiutare l’amore di Corrado, respingendo ogni suo tentativo di seduzione, restando impassibile ed indifferente ai suoi slanci amorosi.
Fu così che un giorno quando la coppia s’incontrò nel cortile a fianco della piccola Chiesa di San Marco, non lontano da Piazza Erbe, il povero Corrado esasperato dalla freddezza della sua amata che pareva non corrisponderlo, si sfogò accusandola di essere glaciale, “fredda come l’acqua di questo pozzo”.
Isabella non si scompose affatto a quelle dure parole e anzi, non paga delle numerose frustrazioni inflitte al cuore di Corrado, volle lanciargli un’ultima sfida: “Corrado, provate a saltar nel pozzo e forse vi troverete più freddo che ghiaccio”.
A quel punto il giovane innamorato non esitò e così si gettò nel pozzo.
Vedendo il gesto del giovane, Isabella, che in realtà era innamorata di Corrado, presa da sgomento decise di lanciarsi anch’essa nel pozzo.
E da allora il pozzo che si trova in Vicolo San Marco in Foro viene ricordato come il “Pozzo dell’Amore”.
Ma sono queste le uniche storie d’amore nella nostra città?
Ogni epoca, fin dagli albori della storia, ci ha riservato delle storie d’amore, storie di amori non corrisposti e di amori ostacolati dalle famiglie o da chi deteneva il potere.
Ora immaginiamoci una nuova storia, una storia d’amore a noi più vicina nel tempo, ma ugualmente difficile per il ruolo dei due amanti, ma con un finale lasciato aperto alla nostra immaginazione.
Immaginiamo così, che a pochi anni dalla sua costruzione, attorno al 1860 in un tempo di continue guerre per la formazione di un unico stato italiano, un giovane soldato austriaco fosse di stanza al Forte Albrecht.
Cosa avrà provato? Si sentiva lontano da casa? Aveva paura? Cosa provava per la popolazione del posto?
Così un giorno qualcosa cambiò e un raggio di sole raggiunse il cuore del nostro soldato.
Una giovane che solitamente si recava al forte per portare dei rifornimenti, incrociò il suo sguardo.
Le settimane passavano e il nostro giovane soldato aspettava trepidamente ogni occasione in cui poteva seppur da lontano, veder la sua giovane.
Si immaginava la sua voce, pensava a come incontrarla, a cosa dirle.
Così un giorno, nei pressi del pozzo (sempre un pozzo), i due finalmente si conobbero.
Da quel giorno si narra che non persero occasione per vedersi.
Ogni momento era l’occasione per far crescere il loro amore e il pozzo divenne il punto focale dove i due si scambiavano sfuggenti gesti d’affetto e stabilivano dove incontrarsi, forse in paese o nei pressi del bosco del Mantico, dove si narra che anche Romeo e Giulietta si incontrassero e, man mano che il loro amore cresceva il desiderio di rendere stabile la loro unione aumentava con esso.
Così un giorno …
Beh, dicevamo che volevamo immaginarci una nuova storia d’amore a Verona.
Ma questa è solo un volo della nostra immaginazione o vi fu davvero una storia d’amore tra una giovane e un soldato austriaco?
A ognuno di noi è lasciata la possibilità di scegliere, ma la prossima volta che venite al Parco 800 chiedete di poter vedere il pozzo che si trova nel forte e immaginate i due giovani e con essi immaginatevi il finale che più vi affascina, forse non è solo fantasia.
Al momento la cosa certa è che il Parco 800 ha ancora molti racconti e segreti da svelarci e noi siamo desiderosi di scoprirli.