La musica e sordità , in pratica come sentono la musica chi non può sentire?
Per la maggior parte delle persone ascoltare musica è una pratica naturale, lo si fa senza pensare.
Accendi lo stereo e il gioco è fatto.
Ma chi per qualche motivo non è in grado di sentire? Come può ascoltare una melodia, una canzone o un’opera?
Forse anche voi vi siete fatti questa domanda. Così abbiamo deciso di fare qualche ricerca e condividere con voi quello che abbiamo scoperto.
Per rispondere a questo quesito dobbiamo prima capire come funziona il nostro cervello.
Normalmente le onde sonore vengono “raccolte” dalle nostre orecchie, convertite in impulsi elettrici che attraverso il nervo acustico sono trasportati fino alla corteccia uditiva dove vengono interpretate.
A questo punto possiamo ascoltare e apprezzare la musica.
Tutti noi percepiamo i suoni con il corpo, pensiamo a quando delle vibrazioni investono i nostri tessuti, le ossa, i muscoli, il sistema nervoso.
Se siamo in grado di sentire normalmente siamo abituati a percepire le vibrazioni acustiche molto potenti, come quelle a bassa frequenza che “colpiscono” allo stomaco.
Tutto il nostro corpo è in grado di percepire le vibrazioni.
Ci è sicuramente capitato qualche volta di percepire i “bassi” grazie alle vibrazioni che provocano su una superficie.
Questo può aiutarci a comprendere come una persona affetta da sordità può percepire la musica.
Test scientifici condotti mediante l’esposizione di pazienti sani e pazienti sordi a delle vibrazioni sulle punte delle dita, hanno mostrato come nei primi l’area del cervello ad essere sollecitata fosse quella tipica che elabora le vibrazioni, ma nei pazienti sordi si attivava anche la corteccia uditiva, preposta all’elaborazione dei suoni.
Quella parte del cervello non cade quindi in disuso, semplicemente viene a svolgere una funzione diversa.
Quindi non è solo grazie alle orecchie, ai timpani, che si può sentire.
I sordi, specialmente quelli dalla nascita, sviluppano capacità uditive in altre parti del corpo, come appunto nei polpastrelli.
E in effetti i polpastrelli sono membrane di pelle, né più né meno dei timpani.
Forse per comprendere bene quale meccanismo si crei all’interno di una persona nata sorda è utile ascoltare le parole della violoncellista Giulia Mazza: “Credo che le persone sorde si sentano discriminate da qualcosa che ritengono di non poter conoscere e da cui si sentono precluse. Ma questo non è vero. La musica non esiste solo a livello uditivo. È qualcosa che riguarda la nostra interiorità. Le persone sorde dovrebbero avvicinarcisi con molto ottimismo. Quando la musica arriva a noi sordi, la sentiamo rimbombare dentro e da questo punto di partenza possiamo immaginarla e crearla …”. Puoi leggere il resto dell’intervista qui
Quindi tutte le persone possono ascoltare e apprezzare la musica, anche in modi che normalmente potemmo non immaginare, come ad esempio attraverso le vibrazioni, ed è in questo modo che le persone affette da sordità “ascoltano” la musica.
Chiaramente un addestramento continuo permette loro di affinare la loro capacità di ascolto.
La musica quindi non conosce barriere e può migliorare la vita di ognuno di noi, come sempre la raccomandazione è ricercare quel tipo di musica che ci aiuti a coltivare pensieri e sentimenti positivi.