440Hz o 432Hz?
Poco più di un anno fa affrontammo una prima volta questo argomento e la conclusione fu che sicuramente la musica ha un effetto su ognuno di noi indipendentemente dalla frequenza musicale.
Ora però vorrei portare alla vostra attenzione alcune riflessioni che Luca Francioso, chitarrista, compositore e scrittore esprime attraverso il suo blog.
Proprio parlando della famosa frequenza dei 440 Hz e quello che provoca o non provoca in noi, Luca Francioso così si esprime:
“Probabilmente quasi tutti conoscono la nota su cui tutta la musica moderna viene sincronizzata. Alzi la mano chi non ha mai sentito dire a un musicista: «Dammi un LA!». Come è molto probabile che sia di conoscenza comune anche la frequenza di questa nota, cioè 440Hz. Questa è la frequenza di riferimento che permette a tutti gli strumenti in circolazione di essere accordati allo stesso modo.
Purtroppo, però, in molti sono a ignorarne le origini e cioè che tale frequenza non è altro che una convenzione piuttosto recente, cioè si è scelto arbitrariamente che il LA a 440Hz sarebbe stata la frequenza di riferimento mondiale”.
“È successo a Londra, nel 1953 (dopo il tentativo del ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, nel 1939, di ottenere lo stesso risultato).
In effetti il problema era noto e discusso già da anni.
Anche Verdi si era battuto perché la frequenza del corista (diapason) fosse uguale per tutti, vista la sua larga oscillazione da 435Hz fino addirittura a 450Hz, provocando tra le orchestre dell’epoca una differenza a volte pari a un semitono.
In una sua lettera Verdi, che non ebbe successo nel suo tentativo, parlava di una riduzione che anche lui avrebbe visto di buon grado e cioè dal corista “normale” di 435Hz a un corista di 432Hz, scrivendo al riguardo una frase di notevole importanza: “per esigenze matematiche”. Che cosa intendeva dire?
Per capirlo bene e con più chiarezza è necessario introdurre un’altra frequenza: quella di 8Hz”.
“Sulle oscillazioni di 8 cicli al secondo, in realtà, si potrebbero scrivere moltissime cose inerenti e di sicuro interessanti, ma per quello a cui si deve arrivare è sufficiente porre l’attenzione su tre realtà delle molte prese in considerazione dal materiale vario che ho consultato:
1) Solitamente le onde di consapevolezza “ordinarie” del cervello umano variano da 14Hz a 40Hz. In questo range operano solamente alcuni dendriti (le fibre minori del neurone che trasportano il segnale nervoso) delle cellule del cervello e utilizzano prevalentemente l’emisfero sinistro (quello più razionale) come centro di attività. Se i nostri due emisferi cerebrali si sincronizzassero alla frequenza di 8Hz lavorerebbero in modo uguale e con il flusso massimo di informazioni.
2) 8Hz è il “battito” fondamentale del pianeta, noto come “Risonanza fondamentale di cavità Schumann”: risonanze elettromagnetiche globali, cioè, eccitate dalle scariche elettriche dei fulmini nella cavità formata dalla superficie terrestre e dalla ionosfera.
3) 8Hz è la frequenza di replicazione della doppia elica del DNA. È stato dimostrato che i tessuti viventi emettono e assorbono radiazioni elettromagnetiche a frequenze o lunghezze d’onda precise. La frequenza in cui si registra il massimo assorbimento di radiazione da parte del DNA corrisponde a una lunghezza d’onda di 65 nanometri (1 nanometro = 1 miliardesimo di metro) che è il valore preciso della 42esima ottava sopra la frequenza di 256,54 cicli al secondo, multiplo di 8Hz.
Nella scala in cui il LA ha una frequenza di 440Hz, il DO è di circa 261,656Hz. Ma partendo dalla frequenza di 8Hz e salendo di cinque ottave, cioè percorrendo cinque volte le sette note della scala, si arriva a un DO con una frequenza pari a 256Hz, tonica di una scala risincronizzata in cui il LA ha una frequenza di 432Hz e non di 440Hz.
Se si suona il DO a 256Hz, per il principio delle armoniche (secondo cui a un suono prodotto si aggiungono multipli e sottomultipli di quella frequenza), anche i DO delle altre ottave cominceranno a vibrare per “simpatia”, facendo risuonare naturalmente la frequenza di 8Hz.
Ecco perché il corista a 432 oscillazioni al secondo è definito “diapason scientifico” (oltre ad altri e numerosi motivi matematici), diapason che fu approvato all’unanimità al congresso dei musicisti italiani del 1881 e proposto dai fisici Sauveur, Meerens, Savart, e dagli scienziati italiani Montanelli e Grassi Landi”
A questo punto vi invito a leggere il resto dell’articolo scritto da Luca Francioso direttamente sul suo sito e notare le ulteriori riflessioni che fa sugli effetti che una frequenza a 440Hz ha su di noi.
Noi come un anno fa ci lasciamo dicendo come ancora volta si sia dimostrato che la musica ha una notevole influenza su di noi.
Il ritmo, la frequenza musicale, i testi, hanno un profondo impatto su di noi a livello personale.
Quindi il messaggio con cui ci lasciamo è quello di ricercare sempre la musica positiva, quella che ci spinge ad avere tendenze e pensieri positivi.
Il team di ROPMUSIC