Musica ed emozioni! Sembra che a qualsiasi latitudine sia un binomio indissolubile.
Ma è così? Tutti ci emozioniamo ascoltando la stessa melodia, crea in noi gli stessi sentimenti, oppure no?
Normalmente potremmo pensare che lo stesso brano musicale generi in tutti le stesse emozioni.
Ad esempio una melodia triste dovrebbe generare in tutti uno stato di tristezza, malinconia o riflessione, mentre una musica con un ritmo incalzante e dinamico, dovrebbe creare uno sentimento di euforia ed eccitazione.
Per rispondere a questo quesito alcuni ricercatori della McGill University di Montreal in Canada, hanno effettuato uno studio su una tribù di pigmei che vive isolata nella foresta pluviale del Congo.
La ragione principale è data dal fatto che oggi a livello mondiale, grazie alla globalizzazione, la musica occidentale è arrivata all’orecchio di tutti, e ha iniziato a plasmare la maniera di ascoltare e sentire la musica della maggior parte delle persone.
Da qui la necessità di studiare quali sentimenti generino i diversi stili musicali a persone che mai prima d’ora abbiano ascoltato gli stili musicali occidentali, per comprenderne gli effetti.
I ricercatori canadesi hanno quindi effettuato lo studio, sottoponendo all’ascolto di musica membri della tribù dei Pigmei Mbenzélé.
Questa tribù che vive nella foresta pluviale del Congo, ha una ricca cultura e tradizione musicale, e vivendo senza elettricità, senza accesso a radio e televisione, non è mai stata esposta a musica diversa dalla propria.
I ricercatori hanno fatto ascoltare a quaranta di loro e a quaranta canadesi, cittadini di Montreal, che a loro volta non avevano mai avuto occasione di sentire la musica dei Pigmei, una serie di brani delle due culture musicali.
Musica classica di compositori come Mendelssohn, Liszt and Brahms, estratti delle colonne sonore di film e musica cantata e suonata dalla tribù in occasione di cerimonie rituali, per esempio funerali, oppure per augurare buona fortuna in una spedizione di caccia.
A questo punto è stato chiesto ai partecipanti di indicare le emozioni che i brani ascoltati generavano in loro, se positiva o negativa, se li rilassava o meno.
Nel frattempo, durante l’ascolto dei brani, venivano misurati alcuni parametri fisiologici strettamente legati allo stato emotivo, come la respirazione, il battito cardiaco, l’attivazione dei muscoli, la sudorazione della pelle.
Il risultato è stato che gli ascoltatori dei due gruppi hanno definito in modo molto diverso i brani quanto alle emozioni di tristezza o felicità che evocavano.
In particolare, mentre gli ascoltatori canadesi hanno classificato la musica ascoltata, sia quella occidentale che quella dei Pigmei, in base all’intero range delle emozioni, per i Pigmei quasi tutti i brani sono risultata “piacevoli” e evocativi di sentimenti positivi. E anche i parametri fisiologici hanno dimostrato la stessa diversità.
Perché? Probabilmente questo potrebbe essere dovuto al diverso ruolo che la musica gioca all’interno delle due culture.
Nella cultura dei pigmei le emozioni negative sono giudicate come negative, e in generale in questa cultura la musica è usata proprio per scacciare tutte le emozioni negative, quindi non sorprende che tutta la musica che ascoltino li faccia sentire bene.
D’altra parte Pigmei e canadesi hanno risposto in modo abbastanza simile riguardo a quanto rilassante o eccitante fossero i vari tipi di musica.
E questo potrebbe essere dovuto a certi aspetti basilari della musica come il tempo, la tonalità e il timbro, che rappresenterebbero le caratteristiche davvero “universali”.
La musica quindi genera in tutti le stesse emozioni? Non sempre. Molto dipende dall’ambiente in cui viviamo, dove e come siamo cresciuti e le influenze esterne che subiamo.
Questo studio ha comunque rivelato che tutti quanti ricercano nella musica quelle sensazioni ed emozioni che creino uno stato di benessere, lo stesso obiettivo che si propone anche ROPMUSIC.