Musica e immagini! Spesso associamo ad una melodia musicale delle immagini che “descrivono” visivamente quello che stiamo ascoltando.
Musica e immagini sono quindi un binomio inscindibile del nostro tempo, che da sempre vengono usate in collaborazione per potenziarsi reciprocamente.
Basti pensare al mondo della pubblicità. Le immagini vengono sempre abbinate a brani musicali i quali rafforzano l’immagine stessa, creando nella nostra mente un unico messaggio, così forte e profondo, che a volte a distanza di anni, nel vedere una determinata immagine associamo automaticamente quel brano musicale e viceversa.
Un’immagine è una rappresentazione visiva, non solida della realtà, in modo più o meno realistico, o la rappresentazione di una realtà fittizia o astratta.
Nel corso del tempo si sono sviluppate molte teorie circa la correlazione tra suoni e colore, o per dirla nel nostro caso, tra musica e immagini.
L’idea generale che tutto il creato sia permeato da leggi che si ripetono costantemente all’interno dei diversi fenomeni fisici sperimentabili, ha avuto un’importanza considerevole nello sviluppo delle teorie sulla relazione tra suono e colore.
Gli antichi Greci furono i primi a costruire una scala di colori divisa in sette parti, in analogia con le sette note della scala musicale.
Il primo pittore nella storia ad occuparsi del rapporto tra suono e colore è stato Giuseppe Arcimboldi (1500). Partendo dal sistema pitagorico delle proporzioni armoniche di toni e semitoni, creò una corrispondente scala di valori cromatici, usando sia il suo senso artistico, sia il metodo scientifico. Il pittore, attraverso la creazione di un’apposita scala di grigi, riuscì a correlare i rapporti tra i gradi della scala musicale e la luminosità dei colori.
Nel XVII secolo, analizzando lo spettro della luce, Newton correlò le note musicali ai colori, attraverso un’analogia diretta tra i fenomeni acustici e quelli ottici, proponendo una stretta corrispondenza tra i sette colori dell’arcobaleno e le sette note della scala musicale.
Un diverso aspetto del problema, ossia la relazione tra suono e forma, venne affrontato dal fisico e musicista tedesco Ernst Chladni (1756-1827). Egli fu il primo ad intuire che le vibrazioni sonore interagiscono con la materia al punto da creare delle vere e proprie forme geometriche. Ponendo della sabbia su un supporto metallico o di vetro, di forma rotonda o quadrata, imperniato su uno stelo, e facendo in modo che questo potesse essere messo in vibrazione attraverso l’utilizzo di un arco di violino, riuscì a riprodurre i suoni dandone un’immagine dinamica. http://www.marcodebiasi.info/sin-e/breve-storia-del-rapporto-suono-colore/
Questi esempi ci fanno capire la relazione naturale che esiste tra le onde sonore, la musica e le immagini, composte da colori e forme geometriche.
Per questo abbiamo pensato che le immagini siano il metodo migliore per diffondere l’idea che è alla base della ropmusic. Immagini positive che possono essere associate ad alcuni brani musicali, rock, pop, jazz, ma con una chiara impronta positiva.
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